UN PÒ DI STORIA
Il Sutra del Loto venne scritto tra il I e il II secolo d.C ed è considerato come una delle scritture Buddhiste più importanti.
Inizi la sua diffusione tra le principali nazioni asiatiche fino a raggiungere la Cina.
Qui iniziano le prime traduzioni in lingua cinese con l’aggiunta della traduzione a noi più comune, ovvero quella creata da Kumarajiva.
IL CONCETTO PRINCIPALE
Il Sutra del Loto focalizza la sua attenzione su un concetto in particolare, la Buddhità, ovvero la condizione di benessere fisico e mentale al quale ognuno di noi può aspirare, elevando la propria condizione vitale, mediante la pratica.
Fu proprio il Sutra del Loto ad ispirarmi nella realizzazione del primo Lotus -Butsudan artigianale, che aprendosi, lascia sbocciare il Loto- Simbolo della purezza del corpo e della mente.
I 28 CAPITOLI
Nichiren Daioshinin scelse il Sutra del Loto perché rappresentava il cuore e l’anima degli insegnamenti di Shakyamuni.
Nichiren intuì che la frase Nam Myoho Renge Kyo era la legge dell’universo.
Una legge così profonda e in connessione con ciò che ci circonda da permettere a chiunque di raggiungere la propria Buddhità.
La traduzione di Kumarajiva, sulla quale Nichiren si basò giunse a noi sotto forma di 28 capitoli.